21 novembre 2012

Distanze tra costruzioni e danno in re ipsa


La censura è fondata alla luce della ormai consolidata e giurisprudenza di questa Corte, secondo cui in siffatti casi, la realizzazione ed il mantenimento di un fabbricato a distanza inferiore a quella prevista dalle norme civilistiche ed integrative, si risolve nell'imposizione di un illegittimo peso carico del vicino, avente diritto al rispetto della stessa, come tale integrante in re ipsa un danno risarcibile, derivante dalla temporanea diminuzione del valore della proprietà di fatto asservita (v., tra le altre, nn. 25475/10, 11196/10, 7972/08, 3341/02). Hanno pertanto errato i giudici di merito, di primo e secondo grado, nell'esigere una prova della sussistenza di tale danno, dovendo invece porsi, in siffatto contesto di evidente lesione del diritto al rispetto della distanza dal proprio fondo, soltanto il problema della relativa quantificazione, che essendo di non agevole determinabilità, ben avrebbe potuto essere liquidato ex art. 1226 c.c. con criteri equitativi correlati alla fattispecie concreta.

Cass. civ. Sez. II, Sent., 29-10-2012, n. 18593

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