Il motivo è fondato.
Invero, la mancanza sopravvenuta del titolo che giustificava l'attivazione della procedura esecutiva da parte della società, vale a dire l'originaria sentenza pretorile successivamente travolta dal giudizio d'appello, rende oggettivamente indebite le somme conseguite dall'odierna intimata per effetto del suddetto titolo ormai caducato, ivi comprese quelle riscosse dalla medesima in forza della successiva fase esecutiva.
Non può, infatti, ignorarsi che, trattandosi di una sentenza integralmente riformata in via definitiva in sede di appello, la stessa rappresenta un titolo inidoneo a produrre effetti giuridici, per cui quelli scaturiti dalla sua attivazione in sede esecutiva, proprio perchè derivati da una esecutività provvisoria ai sensi dell'art. 431 c.p.c., non possono sopravvivere al venir meno dei titolo dal quale traggono ragion d'essere.
Ne consegue che, ai fini della valutazione dell'indebito, alcun rilievo può avere la circostanza per la quale la procedura esecutiva fu attivata allorquando la sentenza pretorile era provvisoriamente esecutiva, per cui non appare più giustificato il trattenimento da parte della [...] Finanziaria spa degli importi a suo tempo riscossi in forza della sentenza pretorile ormai definitivamente riformata: -invero, in caso contrario la società fruirebbe di un vantaggio economico non più giustificato da un titolo idoneo, con conseguente formazione di un oggettivo indebito arricchimento sopravvenuto in suo favore.
D'altra parte non bisogna dimenticare che le Sezioni unite di questa Corte (Cass. sez. un. n. 5624 del 9/3/2009) hanno chiaramente statuito che "l'art. 2033 cod. civ., pur essendo formulato con riferimento all'ipotesi del pagamento "ab origine" indebito, è applicabile per analogia anche alle ipotesi di indebito oggettivo sopravvenuto per essere venuta meno, in dipendenza di qualsiasi ragione, in un momento successivo al pagamento, la "causa debendi".
Cass. civ. Sez. lavoro, Sent., 24-10-2012, n. 18212
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